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Il nuovo rosé firmato Masi: uno stile di vita

Articolo di Alessandra Dal Monte, tratto da Le Venezie | n.57

Rosa dei Masi: innovazione ed eleganza per incontrare i nuovi trend

Non si beve più solo d’estate. E non è più il cugino defilato e un po’ bistrattato del rosso. Il vino rosato, rosé o meglio ancora “rosa”, come dichiara fin dalla copertina un libro appena uscito che ne ricostruisce l’importanza storica - Il vino è rosa, scritto dal filosofo e vignaiolo Luigi Cataldi Madonna insieme a sua figlia Giulia - sta vivendo una rinascita. Lo dimostrano i numeri: i rosati crescono nei consumi internazionali insieme alle bollicine, mentre i rossi (soprattutto quelli molto strutturati) sono in calo. Il rosé è apprezzato per versatilità, piacevolezza, grado alcolico limitato e per la pluralità delle occasioni di consumo, con e senza cibo: aperitivo, pranzo, cena, dopocena. È il calice conviviale per eccellenza. E grazie all’allure che sa creare attorno a sé, soprattutto quando il packaging è molto allettante – pensiamo a bottiglie come quelle del famoso rosato provenzale Miraval, che sembrano bocce di profumo - sfocia nel lifestyle: bere rosé diventa a quel punto uno status.

Per questo Masi, realtà vinicola fortemente radicata nella Valpolicella ma allo stesso tempo azienda internazionale, ha deciso di investire tempo e risorse per progettare un rosato che potesse competere a livello mondiale con i prodotti delle regioni più conosciute (vedi Provenza). Ci sono voluti tre anni di studio e brainstorming con tutto il Gruppo Tecnico, il think tank che pesca nelle varie aree aziendali per mettere insieme le migliori competenze e visioni, ma ora ci siamo: il Rosa dei Masi 2023, che uscirà in occasione del Vinitaly, è un vino pronto a prendere il volo come brand a sé.

Tutto è cominciato nel 2020, poco prima del Covid – spiega Raffaele Boscaini, responsabile marketing di Masi -. "Dalla nostra area commerciale era emersa l’esigenza di avere un packaging allettante e attrattivo per il Rosa dei Masi. Poi, con la pausa forzata della pandemia, abbiamo ragionato meglio sul fenomeno rosé e ci siamo resi conto che serviva un pensiero più ampio, perché questo vino stava diventando una categoria vera e propria, con una elevata qualità e una maggiore longevità. Non era più solo un vino stagionale, e quasi nemmeno più un vino, ma piuttosto una bevanda collegata a un modo di essere, a uno stile di vita. È parte dei doveri di una realtà come la nostra fare innovazione e sviluppare nuovi prodotti, anche attenuando concetti solitamente fondativi per i vignaioli come il territorio per focalizzarsi sulla qualità, sull'esperienza sensoriale e sullo stile di vita che il vino rappresenta”.

Oggi le cantine sono chiamate sempre di più a immaginare dei veri e propri brand, dei vini sartoriali che possano essere adatti alle varie esigenze di mercato. Non è il più il cliente che trova il vino, ma il vino che trova il cliente. Bisogna identificare, scovare e fidelizzare il proprio consumatore attraverso bottiglie che lo incuriosiscano e lo soddisfino. Il nuovo Rosa dei Masi va in questa direzione, frutto di un complesso lavoro del Gruppo Tecnico, presieduto da Raffaele Boscaini e composto, tra gli altri, dal direttore enologia Andrea Dal Cin, dall’AD Federico Girotto, dal direttore vendite Pier Giuseppe Torresani e coadiuvato dal responsabile dell’area marketing prodotto Dario Patuzzo.

Dopo anni di assaggi, di analisi attenta delle bottiglie e delle etichette dei competitor, di studio dei dati di mercato e prove in cantina, ecco come sarà il Rosa dei Masi 2023. “Abbiamo vinificato le uve Merlot provenienti da un vigneto dell’alta Valpolicella – spiega Raffaele Boscaini - dove le elevate escursioni termiche producono aromi incomparabili e acidità sostenuta. Abbiamo scelto una pressatura soffice, a bassa temperatura e con un’ulteriore aggiunta di ghiaccio secco, per non estrarre troppo colore dalle bucce. Il risultato è un rosé dai toni delicati, tra il cipolla e il salmone, un naso fruttato e floreale ma non stucchevole e in bocca una piacevolezza con un finale di pulizia. È un vino buono anche se servito leggermente più caldo. Il packaging è minimalista, con etichetta piccola e bottiglia trasparente per far vedere il contenuto, e al tempo stesso elegante: il nostro caratteristico ovale è arricchito in etichetta da una profusione di petali di rosa disegnati a china con tratto leggero, a completare il messaggio di leggerezza e delicatezza”.

In alto i calici, allora: alla nuova vita del vino rosa.

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